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Marcello Dell’Utri, “libero” pensatore

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Cominciamo la nostra serie di agiografie video “Eroi de…”  che si occuperà di raccontare i grandi uomini dei difficili tempi che viviamo.

Cominceremo con Marcello Dell’Utri, il senatore Marcello Dell’Utri. Uomo che di eroismo ne sa qualcosa. Nato a Palermo nel 1941 è un martire dello stato, uno dei più fulgidi pensatori del nostro tempo. Ingiustamente perseguito da magistrati comunisti. Per anni ha condotto la sua battaglia silenziosa e sobria senza mai rinunciare alle sue convinzioni. Un Giordano Bruno dei nostri tempi che, a differenza di quest’ultimo, ha avuto anche il merito di riuscire a vincere la sua lotta contro l’ingiustizia.

Dell’Utri è uno dei più fini pensatori e letterati contemporanei. La sua riflessione restituisce alla magna grecia quel primato del pensiero che ci riporta a respirare odore di classicità, i tempi di Empedocle, Gorgia, Archimede.  Il Dell’Utri con rigore metodologico approda a un nichilismo fenomenologico estremo e integrale. All’apice della sua riflessione arriverà a postulare la sua stessa non-esistenza.

La sua fiera opposizione alle derive positivistiche rende il Dell’Utri un fermo scardinatore dei classici principi di non contraddizione posti a limitare il libero pensiero.

Puntuali non tardarono infami accuse che colpirono anche i suoi più stretti amici, galantuomini quali Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi. Queste violente illazioni cercarono di condurre il Dell’Utri all’abiura delle tesi fieramente sostenute.

Il Dell’Utri, come è proprio dell’uomo retto, ebbe premura di circondarsi di uomini che sono esempio di liberalità, sobrietà, moralità pubblica e privata. Comprese insieme a questi uomini che proprio del filosofo non è soltanto la dissertazione e la tenzone intellettuale, proprio del pensatore è l’impegno nella res pubblica. Così giungiamo alla fase platonica del Dell’Utri, la fase dell’edificazione della kallipolis, dello stato ideale, detta anche fase della discesa in campo.

Non appena entrato nell’agone politico il senatore Dell’Utri si distinse da subito per lo spirito di servizio, per l’amore verso la cosa pubblica e lo strenuo impegno per il benessere della collettività.

Con la fase della discesa in campo, tuttavia, nuove e infondate accuse di giornalisti e giudici un tempo ex agenti del kgb, cercarono di ostacolare l’avanzata della sofìa a guida della polis…

Ma l’uomo retto, trova sempre altre anime rette pronte a difenderne l’integrità.

La giustizia ha le sue lunghe e tortuose strade, ma infine non può evitare di riconoscere il candore dell’innocenza negli occhi dell’uomo saggio .

Tuttavia, non è nel momento del trionfo che si misura la rettitudine. E’ nella sofferenza che l’uomo sperimenta la virtù. Così infine non posso non ricordare  quando anche dinnanzi a terribili e atroci torture il Dell’Utri mai dimenticò di difendere in prima persona i suoi amici. Mise pubblicamente in gioco la sua stessa vita e la sua reputazione di uomo probo e saggio, esempio per le generazioni a venire, imperituro monumento allo spirito indomabile dell’uomo dinnanzi alle avversità.


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